
Nel 1922 l'Huddersfield Town aveva vinto la FA Cup ai danni del Preston North End. La partita era stata giocata a Stamford Bridge, l'ultima finale di FA Cup non disputata a Wembley sino al 1970.
Non era particolarmente alto. Da bambino cadendo aveva perso tutti i denti davanti e così era costretto a portare la dentiera che, però, toglieva quando giocava. Per di più, era anche miope, ed indossava le lenti a contatto.
Nonostante tutto questo, il suo carattere, la sua forza di volontà, lo portarono in cima al mondo.
Si chiamava Ernest Pat Glover, arrivava dal Galles, ha giocato una vita nel Grimsby Town e segnava gol. Tanti: “Colpivo il pallone come se mi dovesse dei soldi”.
Solo in campionato, sempre con la maglia del Grimsby, Glover ha segnato 180 gol in appena 227 presenze. Gol che trascinarono il club alla vittoria della Second Division nel 1934 e al quinto posto in First nel 1935.
Le radici del calcio ad Accrington, una cittadina del Lancashire nel nord-ovest dell’Inghilterra, risalgono al 1876, quando venne fondato l'Accrington FC. Giocò la sua prima partita ufficiale due anni dopo contro i Church Rovers in quello che ora è il parcheggio del campo di Thorneyholme Road dell'Accrington Cricket Club.
I giocatori entrano nel cuore dei propri tifosi e nella storia dei rispettivi club non soltanto per le vittorie o i gol decisivi. Proprio perché il calcio è passione, questa magia si realizza per l’attaccamento alla maglia che alcuni dimostrano in situazioni particolari, per lo spirito di sacrificio, magari anche nelle sconfitte più brucianti, che vivono come i loro stessi tifosi.
Il 30 aprile 2005 i tifosi del Coventry City davano l’addio a Highfield Road, che era stato la casa del club per 106 anni, sin dall’anno della fondazione del club nel 1899. Un addio indimenticabile, celebrato con una vittoria per 6-2 contro il Derby County grazie alla quale gli Sky Blues ottenevano la permanenza in Championship.
Nato a Leicester e cresciuto nelle giovanili del City, Peter Shilton era stato scoperto giovanissimo dal leggendario Gordon Banks a cui, quattro anni dopo, soffierà il posto costringendolo a lasciare le Foxes.
Wembley, 25 novembre 1953, di fronte a 105.000 spettatori si affrontano per la prima volta gli inventori del calcio e la squadra che, in quegli anni, il calcio l'ha trasformato.
Nella storia del calcio il suo nome rimarrà legato a quella che è stata unanimemente riconosciuta come la parata del XX secolo. Il 7 giugno 1970, nella Coppa del Mondo messicana, Gordon Banks neutralizza un colpo di testa di Pelè che già stava esultando per il gol. Una parata che è una perfetta combinazione di tecnica, agilità e colpo d’occhio. Un’istantanea che ritrae l’immagine di un campione e che, per una volta, non è quella di un gol.
Eppure, Banks era finito tra i pali quasi per caso. Sicuramente mai immaginando che sarebbe entrato nella leggenda dello sport.
La stagione trionfale dell’Everton, quella del 1984-1985, era iniziata il 19 maggio 1984, la fine di quella precedente, con la conquista della FA Cup. A Wembley, grazie alle reti di Graeme Sharp e Andy Gray, aveva battuto il Watford, iscrivendo per la quarta volta il suo nome nell’albo d’oro della coppa. Nemmeno tre mesi dopo, conquistava anche la sua quinta Charity Shield; una vittoria dal sapore particolare perché arrivata ai danni del Liverpool, e per di più su un’autorete del portiere Grobbelar. Non sarebbe stato che il preludio di un finale ancor più esaltante.