La battaglia di Montevideo

E' passata alla storia come la Battaglia di Montevideo, ma qualcuno l'ha anche descritta con toni meno epici, "una rissa da bar in cui la tecnica del calcio aveva lasciato il posto a pugni, calcioni volanti e corpo a corpo".
L'edizione 1967 della Coppa Intercontinentale mise di fronte due protagoniste inaspettate. Da una parte il Celtic Glasgow che aveva battuto l'Inter nella finale di Coppa dei Campioni; dall’altra, gli argentini del Racing Club de Avellaneda che avevano superato il Nacional Montevideo in Copa Libertadores.

La gara di andata, giocata a Hampden Park il 18 ottobre 1967, era stata vinta dagli scozzesi con un gol di McNeil. Il ritorno, invece, giocato l'1 novembre ad Avellaneda, aveva visto il successo degli argentini (2-1). Lo spareggio andò in scena il 4 novembre, in campo neutro, a Montevideo.
Alla vigilia, le dichiarazioni poco concilianti del manager del Celtic, Jock Stein, non contribuirono a rasserenare gli animi. Alla stampa dichiarò che il Celtic voleva vincere "soprattutto per impedire al Racing di diventare campione", riferendosi alla condotta degli argentini tenuta nei precedenti incontri.
All'Estadio Centenario il campo era delimitato da un fossato sormontato da una barriera d'acciaio e filo spinato, e le tribune erano molto più indietro rispetto al terreno di gioco, riducendo la probabilità che i giocatori potessero essere colpiti da oggetti lanciato dai tifosi. Ma un minimo di probabilità di rimaneva, purtroppo: poco prima dell’inizio della partita, Ronnie Simpson, il portiere del Celtic, fu centrato da un oggetto lanciato da uno spettatore che lo stordì al punto da dover essere sostituito da John Fallon.
La partita iniziò come era finita l’ultima, con una serie di falli da entrambe le parti. L’arbitro, il paraguaiano Rodolfo Perez Osorio, al 23’ fu costretto a fermare il match e avvisare i capitani che se il gioco violento fosse continuato avrebbe iniziato ad espellere. Un avvertimento caduto nel vento.
La partita s’infiammò, per quanto possibile. 14 minuti più tardi Jimmy Johnstone fu abbattuto da Juan Rulli. Mentre Johnstone si contorceva a terra per il dolore, scoppiò una rissa con John Clark che affrontava a brutto muso sia Rulli che Basile agitando i pugni, come un boxeur d’altri tempi. Per sedare i disordini in campo dovette intervenire la polizia uruguaiana in tenuta anti-sommossa.
Al 42’ Basile e Lennox furono espulsi. Inizialmente si pensò a uno scambio di persona perché Lennox non sembrava aver commesso un fallo così grave. In seguito si seppe che l'arbitro aveva solo tenuto fede alla sua minaccia: aveva cacciato entrambi i giocatori non perché fossero colpevoli di qualcosa, ma per il comportamento delle loro squadre.
Al 3’ della ripresa, Johnstone trattenuto da Rulli, si lasciò andare a un fallo di reazione e fu espulso. E così, in superiorità numerica, dopo sei minuti il Racing Club passava in vantaggio. Un gran tiro di sinistro di Cárdenas dalla distanza s’insaccava nell’angolo in alto alle spalle dell’incolpevole Fallon.
A 15 minuti dalla fine la situazione per il Celtic, per quanto possibile, peggiorò. Anche John Hughes venne espulso per aver scalciato Cejas a terra. Ovviamente questo non contribuì ad abbassare i toni dello scontro. Al 78’, infatti, Rulli colpiva John Clark e veniva a sua volta cacciato dall’arbitro.
Quando ormai mancavano due minuti alla fine e il Celtic vedeva affievolirsi le sue speranze di pareggio, scoppiò un’altra rissa sedata ancora dall’intervento della polizia. La conseguenza fu l’espulsione del quarto giocatore del Celtic, Bertie Auld, che si rifiutò di uscire e rimase in campo sino alla fine! Mentre Auld continuava a rifiutarsi di uscire, nel caos scatenatosi in campo, Tommy Gemmell sferrò un calcio alle parti basse di un giocatore del Racing non visto dal direttore di gara.
La partita, se Dio volle, finì con la vittoria del Racing che divenne il primo club argentino a vincere la Coppa Intercontinentale. In totale si contarono 51 falli sanzionati dall’arbitro: 30 contro il Celtic e 21 contro il Racing. Ma molti non furono visti e altrettanti non fischiati.
A fine gara i giocatori del Racing Club tentarono di fare il giro di campo con la coppa, ma i tifosi uruguaiani che avevano, ovviamente, tifato per il Celtic, iniziarono a tirare contro di loro tutto ciò che avevano a portata di mano. Così, furono costretti a rimanere al centro del campo, fino a quando la polizia non riuscì a fargli raggiungere in ragionevole sicurezza gli spogliatoi.
Alla fine di questa vera e propria battaglia senza esclusione di colpì si registrò, però, un gesto di sportività. Mentre il difensore del Racing Roberto Perfumo riusciva a rientrare negli spogliatoi, fu avvicinato dal capitano del Celtic. Da principio preoccupato, Perfumo si rese conto che McNeill voleva soltanto stringergli la mano. I due giocatori, poi, si scambiarono le maglie e mentre si abbracciavano Perfumo disse a McNeill: "Così dovrebbe essere giocato il calcio". McNeill sorrise e rispose in spagnolo: "Buena suerte".
Quella di Montevideo non fu l’ultima “battaglia” in una finale di Coppa Intercontinentale. Il 22 ottobre 1969, alla Bombonera di Buenos Aires, il Milan affrontò l’Estudiantes nella partita di ritorno. All’andata i rossoneri avevano vinto 3-0 con un gol anche del “traditore” Nestor Combin, argentino con passaporto francese. L’unica speranza per l’Estudiantes, guidato in campo da Juan Ramón Verón, padre di Sebastian, era quella di buttarla sull’intimidazione e sul piano fisico.
Nel riscaldamento, i giocatori argentini entrarono in campo ciascuno con un pallone e iniziarono a prendere a pallonate i milanisti schierati a centrocampo, mentre il pubblico iniziò a tirare di tutto, anche del caffè secondo il racconto di Lodetti. Quando l’arbitro cileno Massaro diede il via, partì la sistematica caccia all’uomo degli argentini, ma il Milan segnò con Rivera. Prima della fine del primo tempo, l’Estudiantes passò due volte e questo rese bollente la ripresa. Dopo aver costretto a uscire per infortunio il tartassato Combin, l’arbitro espulse Aguirre Suarez, ma il Milan non poteva fare più cambi, visti gli infortuni di Prati, Malatrasi e Manera. Le sorprese non saranno finite. Negli spogliatoi si presentò la polizia per arrestare Combin e solo l’intervento del presidente Carraro riuscì a risolvere la questione.

https://www.youtube.com/watch?v=95jKohSPSDo&t=102s