Mercoledì 24 ottobre 1956. Alle 19,30 a Maine Road si gioca la 34° edizione della Charity Shield. Ed è un derby.
Nel pomeriggio, il sedicenne David Gaskell, portiere delle giovanili del Manchester United, si alza dal letto nel suo alloggio a Stretford e inizia a pensare cosa avrebbe potuto fare quella sera. Dopo aver mangiato, considera la possibilità di prendere due autobus per andare a Maine Road a vedere la partita. E' stanco. Ha passato tutto il giorno a Old Trafford spazzando lo stadio e pulendo gli scarpini, tra cui anche quelli dei suoi coinquilini Duncan Edwards e Billy Whelan. La partita, tra l'altro, viene trasmessa anche in televisione. Ma a prevalere è la sua passione per lo stadio così decide di andare. Qualche ora più tardi era in campo.
Grazie a quello che successe quella notte del 1956, Gaskell è il giocatore più giovane ad aver esordito con la maglia dello United, a 16 anni e 19 giorni.
Gaskell era arrivato allo United l’anno prima. Era in pratica il quarto portiere della squadra. Così ha raccontato la sua incredibile storia allo Sportsmail: "Avevo lavorato con il personale di campo durante il giorno della partita ed ero stanco. Ma poi sono andato allo stadio. Qualcuno dello United deve avermi visto. E così, mentre stavo lì in attesa dell'inizio della partita, Ray Wood, il portiere, s'infortunò. Nel giro di qualche minuto Bert Whalley, il vice-allenatore, è venuto a cercarmi, mi ha trovato e mi ha trascinato nello spogliatoio. Mi ha solo detto: "Sbrigati". Mi sono vestito, ho preso in prestito gli scarpini da qualcuno e sono sceso in campo. Duncan Edwards, che stava in porta al posto di Ray, mentre passavo di corsa, mi gridò: "Che cazzo ci fai qui?" Ho solo risposto: "Penso di giocare, signor Edwards". Da quel momento tutto è passato in modo confuso e abbiamo vinto 1-0. E sì, ho fatto qualche buona parata".
Gaskell minimizza la sua prestazione. Le cronache riportano che Dennis Viollett ha sì segnato il gol della vittoria a 15 minuti dalla fine, ma era stato il giovane portiere il protagonista di quel successo.
"Dopo la premiazione stavo lì, con la medaglia in mano e pensavo che non avrei dovuto tenerla", continua Gaskell. "Non mi sembrava giusto. Ero solo un bambino. Non sapevo cosa fare, quindi l'ho dato a Ray che era seduto lì vicino. Rientrato nello spogliatoio, mi sono cambiato in silenzio e sono andato via. Ero in coda per l'autobus in attesa di tornare a Stretford e sentivo gli spettatori commentare quanto bene avesse giocato Ray Wood. Non volevo dire loro che invece ero io".
Fu lo stesso in televisione. Quando, anni dopo, incontrò il commentatore Kenneth Wolstenholme, questi ammise che non se ne era accorto nemmeno lui. Infatti, per tutta la partita continuò a dire nel suo commento che Ray Wood era tornato alla sua migliore forma. Non si era reso conto che si trattava di un ragazzino di 16 anni. Erano le prime partite sotto la luce dei riflettori e non era così facile riconoscere i giocatori.
"Quella sera, quando sono tornato nel mio alloggio, il padrone di casa era ancora sveglio e stava parlando della partita. Non dissi che l’avevo giocata. E non potevo telefonare ai miei genitori perché non avevano il telefono. Quindi, ancora confuso, andai a letto. Ma due ore dopo, quando sono rientrati, Edwards e Whelan, mi hanno tirato giù dal letto e mi hanno fatto raccontare tutta la storia".
La mattina, come al solito, David tornò al campo. Mentre era intento a pulire gli scarpini, Matt Busby e l'assistente Jimmy Murphy lo chiamano e gli dicono che vogliono vederlo nel loro ufficio. Quando David arriva, lo fanno sedere e gli dicono che sarebbe diventato il portiere della seconda squadra. Da allora David Gaskell, in 13 anni, collezionò 119 presenze con il Manchester United, vincendo da titolare la FA Cup nel 1963.
Sette dei giocatori con cui Gaskell giocò quella sera a Maine Road - Roger Byrne, Eddie Colman, Duncan Edwards, Mark Jones, David Pegg, Tommy Taylor e Billy Whelan - sarebbero morti nel disastro aereo di Monaco 16 mesi dopo. Anche Gaskell avrebbe dovuto essere lì con loro. Aveva già il visto sul passaporto, ma l'arrivo di Harry Gregg fece sì che il giovane Gaskell rimanesse a Manchester.
"Ricordo il giorno in cui le bare sono tornate. Le abbiamo portate dentro e messe in palestra. Non avevo nemmeno 18 anni. Ricordo di aver portato la bara di Mark Jones. Il giorno dopo ho dovuto consegnare tutte le cose della camera da letto di Billy Whelan ai suoi genitori. Poi, sono tornato a casa dei miei genitori a Wigan per un po' di tempo perché non ce la facevo a restare lì. Facevo avanti e indietro tutti i giorni. Era troppo da accettare per un adolescente. Fu solo più tardi che mi resi conto dell'enormità di quello che era accaduto".
David, per il suo carattere e la sua età, si era sentito sempre in soggezione con tutti loro: "Tutti ammiravano Duncan Edwards. Aveva due o tre anni più di me. Vivevo con lui ma non potevo chiamarlo amico. Gli ho pulito gli scarpini. Quando sono sceso in campo quella sera l'ho chiamato Mr Edwards. Era miglia sopra di me, lo erano tutti”.
Una carriera lunga oltre 20 anni che l'ha portato, dopo lo United, al Wigan, al Wrexham, in Sud Africa e in Kuwait. Ma anche una lunga serie d'infortuni che ne hanno condizionato la continuità e come conseguenza, a fine carriera, la perdita della vista da un occhio. Gaskell, dopo il ritiro, non si è più riavvicinato al calcio: non gli piace il calcio moderno.
A tutti gli effetti è stato un Busby Babe, Gaskell racconta che Matt non guardava troppo alla tattica: "C'erano davvero poca tattica, ma la riunione tecnica del venerdì era interessante. Matt esaminava tutti i giocatori che dovevamo affrontare, uno per uno. Per esempio, parlando di Mike England, diceva: è bravo in elevazione, bravo palla a terra, con il sinistro e il destro, distribuisce bene la palla. Quindi, non fatelo giocare".
"Il suo assistente, Jimmy Murphy era diverso. Giocavo contro le riserve del Derby County. Eravamo negli ultimi minuti e stavamo vincendo 1-0. Cercando di liberare, calciando il pallone, colpì anche il centravanti avversario. L'arbitro l'ha visto e hanno pareggiato su rigore. Nello spogliatoio Jimmy mi ha messo contro il muro. Sembrava volesse colpirmi. "Non farlo mai più in quel modo", ha detto. E poi: "Fallo, ma non farti vedere dall'arbitro".
La sua ultima partita con i Red Devils fu contro il Tottenham. Tornando sul treno legge che lo United sta ingaggiando Alex Stepney. “Matt voleva che lo allenassi, ma non me la sentivo. Quindi finì male. Feci scadere il termine del mio contratto con lo United mentre il sabato giocavo a rugby per Orrell, la mia città.".