Hamish The Goalie, il portiere-leggenda del Dundee United

Hamish McAlpine è una leggenda del Dundee United. Il suo coraggio, la sua stravaganza lo hanno fatto diventare un personaggio di culto. Suo padre era stato un attaccante e lo stesso Hamish non pensava di diventare portiere prima che la Chiesa intervenisse nella sua vita a metà degli anni Cinquanta.

Ma non per una questione di fede: "Tutto cominciò quando un pastore della chiesa scozzese di Inchture, il mio villaggio, decise di organizzare una squadra di calcio," racconta. "Riunì un po' di ragazzi, ma le cose non andavano bene. Dopo una partita che perdemmo 1-15, mi disse: bene Hamish, prova a giocare in porta. Così indossai quella maglia di lana pesante e per un paio di partite riuscimmo a non prendere gol. Veramente non volevo fare il portiere, ma questo fu l'inizio della mia carriera".
Nato nel gennaio 1948, per l'infortunio del titolare Mackay, esordisce con il Dundee United l'8 marzo 1969, nella sconfitta contro l'Heart of Midlothian a Tynecastle. Fu l'unica presenza in stagione, ma perse anche gran parte della seguente per un'operazione ai legamenti.
Nell'ottobre 1970, la seconda presenza ufficiale di McAlpine fu un esordio europeo: sostituisce ancora Mackay nella partita di Coppa delle Fiere contro lo Sparta Praga. Fu la svolta per McAlpine, che avrebbe collezionato da allora 30 presenze in tutte le competizioni, affermandosi come prima scelta.
Con l'arrivo del nuovo manager McLean, Mackay lascia lo United nel 1972, ma arriva Davie a contendere il posto a McAlpine. I rapporti con McLean furono subito problematici che mal digerisce l'eccentrico portiere, in diversi periodi, per quasi 17 anni. Più e più volte imbestialito per le stravaganze di McAlpine, McLean provò con altri portieri (Sandy Davie, Peter Bonetti, Billy Thomson), ma finiva sempre per ripescare McAlpine, che alla fine giocherà più di 700 partite con il Dundee United: "Penso che Jim McLean si fidasse di me, o insomma una cosa così", racconta McAlpine. "Se giocavi male, diventava furioso, ma ti metteva in campo la settimana successiva, ti dava una seconda possibilità. Era coerente a suo modo. Non siamo andati molto d'accordo. Dopo alcune partite sbraitava e s'infuriava, ma il più delle volte il lunedì mattina era tutto dimenticato”.
Un nuovo intervento al ginocchio, nel 1974, fermò McAlpine che dovette saltare la prima finale di Coppa di Scozia dello United. La partenza di Davie consacrò McAlpine come indiscusso numero uno del club per i successivi dieci anni. Nel 1977 stabilì il record d'imbattibilità del club, mantenendo la porta inviolata per 615 minuti. Nel frattempo, la sua eccentricità l'aveva fatto diventare un beniamino dei tifosi.
McAlpine, nell'animo, si sentiva un giocatore di movimento mancato, motivo per cui spesso si metteva a giocare da ultimo uomo, una specie di libero aggiunto. Non esitava a uscire dalla sua area di rigore per affrontare gli avversari.
Nel 1976, con la squadra in lotta per non retrocedere e dopo che i suoi compagni avevano fallito diversi rigori, McAlpine si fece avanti per assumere il ruolo di rigorista. E segnò al primo tentativo, contro l'Hibernian, nella penultima partita della stagione.
Ne tirò uno sulla traversa nell'ultima partita a Ibrox contro i Rangers, e dovette freneticamente tornare tra i pali mentre i Rangers partivano al contrattacco. Nonostante questo lo United riuscì a salvarsi grazie anche alle parate di McAlpine che blindò il prezioso pareggio. Nella stagione 1976-77 ne realizzò solo due, sbagliandone altri, il che portò ad affidare il ruolo di rigorista ad altri.
Nella sua autobiografia, McLean descrive la sua frustrazione per la riluttanza di McAlpine a seguire un allenamento specifico per i portieri: "Hamish McAlpine è stato l'unico giocatore in grado di distruggere da solo tutto ciò che ho mai pensato o creduto sul gioco del calcio".
Il confronto più aspro tra i due avvenne nel 1979, durante un torneo in Giappone. McAlpine venne rispedito a casa e sospeso temporaneamente e poi sostituito da Peter Bonetti. Riconquistato il suo posto, McAlpine fece parte della squadra che conquistò la prima Coppa di Lega scozzese del club nel 1979.
Un anno dopo lo United era di nuovo in finale di Coppa di Lega, questa volta contro i rivali del Dundee FC. Dopo un'altra vittoria per 3-0 per lo United, il capitano Paul Hegarty invitò McAlpine a sollevare il trofeo al posto suo in riconoscimento della sua fedeltà al club. Nel corso della stessa stagione, il portiere fece la sua prima presenza in una finale di Coppa di Scozia, contro i Rangers. Sullo 0-0, all'ultimo minuto parò un rigore che portò lo United al replay, perso però 1-4.

Nella stagione 1982-83, quello della vittoria del primo campionato della storia del Dundee United, McAlpine non saltò nemmeno una partita. La vittoria del campionato, qualificò il club per la Coppa dei Campioni 1983-83 in cui arrivò in semifinale e McAlpine giocò tutte e 8 le partite.
Nel giugno 1984, McLean ingaggiò il portiere della nazionale scozzese Billy Thomson, che iniziò da titolare la stagione, ma alla fine di settembre McAlpine era di nuovo tra i pali per contribuire alla conquista di altre due finali: la Coppa di Lega contro i Rangers, e la Scottish Cup contro il Celtic, purtroppo perse entrambe. A ottobre 1985 un infortunio gli fece perdere il posto in favore di Thomson.
Giocò una sola partita quella stagione in prestito al Dunfermline, nell’aprile 1986, quando annunciò che a fine stagione avrebbe lasciato lo United dopo 20 anni.
Passò così ai Raith Rovers, contribuendo alla vittoria del campionato di Second Division. A settembre 1987 McAlpine sigla il quarto gol della sua carriera, segnando al Kilmarnock direttamente da calcio di rinvio.
Dopo due stagioni, con l'intenzione di ritirarsi, lascia il Raith, ma viene chiamato dal Celtic per partecipare a un tour pre-campionato in Svizzera nel luglio 1988, per sostituire Pat Bonner e Andy Murdoch, entrambi infortunati. Questa esperienza lo spinge a giocare un altro anno, di nuovo in Second, con l'Arbroath, ma alla fine della stagione 1988-89 decide, a 41 anni, di appendere definitivamente gli scarpini al chiodo.
Non molti calciatori possono vantarsi del fatto che si stata scritta una canzone per loro, ma una di queste è quella di Michael Marra, “Hamish The Goalie”. Una vera e propria canzone d'amore per il baffuto e stravagante portiere, leggenda del Dundee United.