Roque Maspoli, el gran portero

Nel 1950 è’ stato il portiere della vittoria della Coppa del Mondo in Brasile, conquistata al Maracanà davanti a duecentomila brasiliani increduli. Il Maracanazo, così è ricordata quella che ancora oggi, in qualche modo, viene considerata una macchia indelebile dello sport brasiliano e non solo.
Roque Gaston Maspoli, dopo aver smesso di giocare, legò per altri quasi 50 anni il suo nome alle vicende calcistiche del suo paese, come allenatore sia del Peñarol sia della nazionale uruguaiana, sino al tentativo purtroppo mancato, all’età di 79 anni, di conquistare la qualificazione ai Mondiali del 1998.

Classe 1917, figlio di emigrati svizzeri, come tanti altri portieri del tempo Maspoli aveva cominciato giocando da terzino. Tra i pali era finito a 18 anni, con il Nacional di Montevideo; a 23 anni era passato al Penarol, la grande passione della sua vita, dove giocherà 15 anni e vincerà 6 titoli nazionali.
Maspoli aveva una gran presa, era coraggioso, reattivo e molto agile, con un gran senso dell’anticipo. Il suo punto debole, come molti altri portieri sudamericani, erano le uscite alte; un difetto che, con il passare degli anni, fu fonte di qualche dispiacere.
Ma il suo nome è legato principalmente alla storica vittoria della prima Coppa Rimet. Maspoli giocò titolare sia nella prima partita della fase preliminare (8-0 contro la Bolivia), sia nel pareggio (2-2), nel girone finale, contro la Spagna, ma non giocò la successive contro la Svezia, vinta dall’Uruguay 3-2. Tornò tra i pali per l’ultima partita contro il Brasile, tra i timori della vigilia, visto che la nazionale brasiliana contro gli stessi ultimi due avversari aveva segnato 13 gol, subendone solo 2. Al Brasile, per vincere la Coppa, sarebbe bastato un punto. Ma l’euforia travolse i tifosi e tutto l’ambiente brasiliano, e quasi nessuno prese in considerazione le parole dell’allenatore Flavio Costa prima della partita decisiva: "L’Uruguay ci ha spesso messo in difficoltà. E non vorrei che i miei giocatori scendano in campo pensando di aver già vinto la Coppa."
All’inizio, l’esplosivo attacco del Brasile composto da Zizinho, Ademir e Jair, prese il sopravvento sulla difesa dell’Uruguay, ma Maspoli si erse come un muro a difesa della sua porta. Con il passare dei minuti, però, gli uruguaiani iniziarono a prendere le misure degli avversari, sempre con Maspoli, però, sugli scudi a salvare occasioni da rete dei padroni di casa.
All’inizio della ripresa, Ademir e Zizinho portarono lo scompiglio nella difesa della Celeste, consentendo a Friaca di superare Maspoli per il gol del vantaggio. I giocatori brasiliani erano ormai convinti che la partita fosse ormai segnata. E così, inaspettatamente, a metà del secondo tempo Juan Schiaffino pareggiò ammutolendo la folla. Il Brasile iniziò a sbandare e perdere lucidità. A 11 minuti dalla fine, Ghiggia, dopo aver fornito l’assist a Schiaffino, segnò il gol della vittoria.
Quattro anni dopo, nella fase finale della Coppa del Mondo in Svizzera, Maspoli è ancora il titolare della nazionale. Riuscì a mantenere inviolate la sua porta nelle prime due partite del girone eliminatorio nelle vittorie contro Cecoslovacchia (2-0) e Scozia (7-0). Nella terza gara, contro l’Inghilterra, venne battuto due volte da Lofthouse e Finney, ma un errore del suo college inglese Merrick, condannò alla sconfitta (4-2) i bianchi, lanciando l’Uruguay in semifinale. Maspoli, nel frattempo, si era un po’ appesantito, e piuttosto che bloccare, tendeva a respingere di pugno I palloni alti. Questo aspetto si rivelò fatale nella spettacolare semifinale contro l’Ungheria, quando Sandor "testina d’oro" Kocsis lo anticipò due volte, permettendo alla nazionale magiara di vincere 4-2 ai supplementari.
Si ritirò dal calcio giocato un anno dopo aver giocato i Mondiali in Svizzera: “Dopo aver affrontato l’Ungheria, adesso nel calcio le ho viste veramente tutte”.
Lasciato il calcio giocato, Maspoli divenne allenatore del suo amato Penarol, vincendo 5 titoli nazionali. Nel 1966 vinse la Copa Libertadores, superando in finale il River Plate, e la Coppa Intercontinentale, sconfiggendo il Real Madrid sia a Montevideo che a Madrid. Ha allenato per un breve periodo anche in Spagna (1968-69), salvando l'Elche dalla retrocessione e portandolo in finale di Coppa di Spagna, persa 1-0 contro l'Athletic Bilbao.
Negli anni 80 divenne l’allenatore della nazionale, per poi essere richiamato nel 1997 per tentare l’impresa di ottenere la qualificazione ai Mondiali del 1998.
Maspoli è scomparso nel 2004. La sua vita è stata una sorta di romanzo. È diventato campione del mondo a 30 anni. Ha dovuto affrontare il dolore della perdita della moglie e della figlia. Ma è risultato per due volte il possessore del biglietto vincente della lotteria nazionale uruguaiana.