La sua specialità era il colpo di testa, per cui si guadagnò il soprannome di The Headmaster. E forse proprio questa sua abilità fu quello che ne causò la malattia che lo portò alla morte, come altri calciatori tra cui Jeff Astle, in quei tempi in cui si giocava con palloni pesanti, specie quando s'inzuppavano d'acqua.
Nato a Derby nel 1941, quel ragazzone alto 1 e 83 torreggiava sui suoi compagni, tanto da vincere il campionato di salto in alto delle scuole del Derbyshire. Iniziò a giocare a calcio da difensore centrale per poi passare a centravanti per capitalizzare la sua abilità in elevazione. Iniziò la sua carriera al Notts County nel 1958, per poi passare all'Aston Villa dove esordì in First Division nel 1963, dove rimase sino al 1966. Di lui i tifosi dei Villans si ricordano i quattro gol segnati nel secondo tempo contro il Tottenham, grazie ai quali il Villa rimontò, sotto 5 a 1, fino al 5 a 5. In tutto Hateley segnò 68 gol in 127 presenze di campionato che contribuirono a far sì che il Villa rimanesse nella massima categoria. Le sue prestazioni, però, attirarono l'attenzione del Chelsea.
A Stamford Bridge, Peter Osgood si era rotto da poco una gamba e il manager, Tommy Docherty, pagò la cifra record per il club di 100.000 sterline per acquistare Hateley. Hateley era molto diverso dall'elegante Osgood, il giocatore intorno al quale si basava il gioco fatto di passaggi e movimenti del Chelsea. Quel ragazzone faticava palla a terra, ma si trasformava quando sollevava i piedi da terra. Così, in quella prima stagione con i Blues segnò solo sei reti in campionato, ma fu l'autore del gol, ovviamente di testa, con cui il Chelsea superò il Leeds nella semifinale della FA Cup del 1966-67. Nella finale tutta londinese contro il Tottenham, però, Hateley non riuscì a ripetersi, stretto tra l'astuto Terry Venables e l'indistruttibile Dave Mackay, e il Chelsea perse 2-1.
A fine stagione si trasferì al Liverpool che, dopo quattro anni, aveva terminato la sua prima stagione senza un trofeo importante. Bill Shankly, il manager dei Reds, era convinto che Hateley fosse l'uomo giusto. Alla terza giornata Hateley segnò una tripletta contro il Newcastle, e sebbene a fine campionato riuscisse a mettere insieme 27 reti, anche a Liverpool sembrava fuori contesto. Anche il gioco dei Reds, che si sviluppava con trame di passaggi, doveva snaturarsi per lanciare lungo il suo centravanti, i cui movimenti vennero ben presto anticipati dai difensori più attenti.
Bob Paisley, l'assistente di Shankly, non era un tifoso di Hateley. Si racconta che, durante una partita, avesse chiesto più volte la sua sostituzione. Fino a quando non fu lo stesso Hateley a essere fermato da un duro scontro di gioco. Paisley fece arrivare una barella e gli immobilizzò la gamba, disse per precauzione, prima che fosse portato via. Quando Shankly chiese come stesse Hateley, Paisley si dice abbia risposto: "Sta bene. Mi stavo solo assicurando che dopo averlo fatto uscire non lo avresti fatto rientrare di nuovo".
Il Liverpool concluse la stagione senza trofei e Hateley si trasferì al Coventry City, dove segnò solo quattro gol in 17 partite, tanto che a fine stagione si trasferì al Birmingham City. Anche qui rimase un anno, segnando 5 gol in 28 partite. Nel 1970 tornò nel club dove era iniziata la sua carriera, contribuendo alla promozione del Notts County in Third Division
Nel 1974, dopo un breve periodo all'Oldham, a 33 anni andò negli Stati Uniti, per poi chiudere definitivamente con il calcio nel 1977 con il Barrow.
Hateley complessivamente, in 16 stagioni, collezionò 434 presenze e 211 reti in campionato.
Dopo il suo ritiro, la ditta che aveva messo in piedi fallì e così si ritrovò a fare il rappresentante per un birrificio. Poi l'Alzheimer, a offuscare i suoi ultimi anni di vita, una malattia che, in seguito alla morte di Jeff Astle e alla lotta condotta dalla fondazione in suo nome, fu riconosciuta come effetto della sua attività di calciatore. Colpire di testa i pesanti palloni di cuoio dell'epoca, che diventavano macigni quando erano intrisi di acqua, evento molto frequente sui campi inglesi, causavano una serie di micro traumi celebrali che, alla lunga, portavano all'Alzheimer o alla demenza. Hateley è scomparso nel 1974, all'età di 72 anni.
Il suo unico figlio Mark ha proseguito il percorso iniziato dal padre, nello stesso ruolo e quasi con le stesse caratteristiche, e con così tanti cambi di maglia. Mark ha giocato con Coventry City, Portsmouth, Milan, Monaco, Rangers, QPR, Leeds e Hull City. Inoltre, ha indossato 32 volte la maglia della nazionale, segnando 9 reti.