Il calcio secondo Nereo Rocco

Ai calciatori prima della partita: "A tuto quel che se movi su l’erba, daghe! Se xe ‘l balon, no’ importa!". Ai calciatori, durante l’intervallo, se la partita stava andando male: "Testa de gran casso, ti e anca quel che t’ha messo in squadra". Ai calciatori anziani: "Te jèri campion, no’ ti poi finir bidòn!". Sugli allenatori: "Dal lunedì al venerdì, i xe olandesi. Al sabato, i ghe pensa. La domenica, giuro su la mia beltà, tuti indrìo e si salvi chi può".

Nereo Rocco (Trieste, 20.5.1912 – 20.2.1979), che molti sostengono che abbia introdotto il "catenaccio", il modulo tattico prettamente difensivo ideato in Svizzera negli anni '30, inizia la carriera da allenatore nel 1947 nella sua Triestina, dove aveva iniziato la sua carriera dal calciatore nel 1927 e dove era rimasto per 10 anni. Dal 1954 al 1961 è alla guida al Padova, salvandola dalla retrocessione in Serie C e guidandola sino alla Serie A, dove conquisterà anche il 3° posto.
Prima di una partita del suo Padova contro la Juventus, a un giornalista che chiudeva il suo intervento con:"Vinca il migliore", il Paròn rspose: "Ciò, sperèmo de no!".
Dopo avere allenato con Paolo Todeschini la Nazionale olimpica, classificatasi al quarto posto alle Olimpiadi di Roma, arriva al Milan a cui il suo nome è indissolubilmente legato.
Alla sua prima stagione (61-62) vince lo scudetto e alla seconda (62-63) la prima Coppa dei Campioni dei rossoneri e del calcio italiano, battendo a Wembley il Benfica di Eusebio. E proprio dopo la conquista della coppa, lascia il Milan dopo l'addio di Andrea Rizzoli, si trasferisce al Torino per tre stagioni, con il terzo posto nella stagione 64-65, per poi assumere l'anno successivo il ruolo di direttore tecnico.
Intanto, dopo l'interregno di Felice Riva, alla presidenza del Milan arriva il giovane Franco Carraro che, per non sbagliare, torna all'antico e richiama Rocco che conquista lo scudetto 67-68 e, nella stessa stagione, la Coppa delle Coppe. La stagione seguente torna ad alzare la Coppa dei Campioni, la seconda, e in quella ancora successiva, dopo un'indimenticabile sfida in Argentina contro l'Estudiantes, conquista la Coppa Intercontinentale. Rocco guiderà il Milan fino al febbraio 1974, dopo aver vinto ancora la Coppa delle Coppe (72-73) e la Coppa Italia (71-72 e 72-73).
Passa così alla Fiorentina (74-75) che, nonostante le aspettative, non lasciò la panchina a fine maggio 1975, prima della fase finale di Coppa Italia che i viola vinsero.
Torna a Padova per due stagioni come direttore tecnico nel Padova e poi per altre due stagioni nel Milan. Nel 1977 torna nuovamente in panchina dopo l'esonero di Giuseppe Marchioro e vince la Coppa Italia.
Il suo record di "panchine" in campionato di 787 partite, è stato battuto solo nel 2006 da Carletto Mazzone con 795. Con i 10 trofei vinti (2 Campionati, 3 Coppe Italia, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale) è, ancora oggi, l'allenatore più vincente della storia del Milan, nonché quello con più panchine in gare ufficiali .

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